sabato 25 luglio 2015

CIAO GRANDE...


Mi ricordo ancora l'ultima volta che ci siamo incontrati - ovviamente ad un torneo di calcio - e mi raccontavi, davanti alla solita birra fresca, di come stava andando la tua squadra: siete stati eliminati subito, ai gironi, perdendo tutte e tre le partite. Io ho riso e guardandoti ti ho detto:" Pagurino se non vieni fuori da quella cuiera ziocane è ovvio che non vincete, sei sotto un treno!". Tu hai riso, di cuore, come al solito, e mi hai risposto che se ci fossi stato anche io non sarebbe andata così e almeno due - tre tibie le avremmo messe nel nostro palmares. Poi, inevitabile, abbiamo parlato di ragazze e leggevo nei tuoi occhi l'entusiasmo di chi ha appena scoperto un mondo meraviglioso e pieno di novità...

In campionato con il Gravis a dire il vero non ci siamo tolti tante soddisfazioni sportive e alla fine le sconfitte superavano sempre le vittorie. Ma la nostra vera vittoria era prima della partita, con gli allenamenti durante la settimana e il riscaldamento pre partita, e dopo il match: quante cazzate e quante risate insieme, quante pizze ignoranti e quante birre a stomaco vuoto! Inutile dire che eri sempre il primo a essere presente sia ad allenamento che in partita...sempre il primo a rispondere ai messaggi sul gruppo, sempre il primo a sorridere.
Da capitano posso dirti che è stato un onore giocare con te. Correvi, lottavi e non ti lamentavi mai ne col mister ne coi compagni. E quando spesso il risultato non era un gran che, rincuoravi tutti e ci tiravi su di morale. Spesso sono stato sul punto di mollare, di dire basta perchè non trovavo più gli stimoli giusti e la voglia di continuare a giocare...tu mi hai sempre spronato, hai sempre insistito perchè ero il capitano e se mollavo io mollavano tutti. Mi hai aiutato spesso e se penso quello che ho fatto io per te in fondo penso di non aver fatto abbastanza, di aver potuto fare di più: più gratificazioni, più complimenti, più pacche sulle spalle. Magari ne avevi bisogno, come tutti, ma non le chiedevi mai.

Eravamo simili, io e te. Piedi quadrati ma tanti polmoni e cuore. Sempre gli ultimi a mollare sia in allenamento che in partita. E quante lotte e botte ad ogni allenamento quando si giocava contro! 
Eri un ragazzo splendido, di cuore, come ne ho visti pochissimi nei miei 25 anni...

Ieri, quando ti abbiamo salutato per l'ultima volta, non sono riuscito a trattenere le lacrime neanche un minuto durante la messa, guardando il volto attonito e perso di tua mamma e di tuo papà e le lacrime delle tue sorelle. So cosa hanno perso, so cosa abbiamo perso, so cosa ci mancherà.

Con le lacrime agli occhi e per quello che può valere, il prossimo anno giocherò per te. Perchè tu avresti voluto così, perchè tu non avresti mollato, nonostante tutto.


A presto pupillo, mi mancherai sempre.

Il tuo capitano, amico e fratello
Luca Rigo